Eselet Emret - 12-09-01 - Nicola Pagliarulo |
Ritrovo
dell’allegra combriccola, nel regno del Mangia
Non
credevo che bastasse una favola per far riaffiorare tutto il desiderio di
fanciullezza che è in noi. Ho
risvegliato il bambino introverso e divertito quello curioso…ho
allietato ed indispettito, con l’amara consapevolezza che non una
favola, bensì una farsa tragicomica, si andava consumando nella valle di
Eselet da molti, molti anni… Non
è la “parte seconda” di un tormentone mediatico (sono contrario alla
clonazione e sai che rischi con certi personaggi in giro...!) ma solo il
corollario della commedia originale, col cast al completo di animali e
“figuri”. …molti
di questi omini, in saldo perenne, furono la reale fortuna dell’ambiguo
sovrAno…costui, agghindato con l’imperituro sorriso di natura
nazional-diplomatica, soleva usare il bastone quando posava le sue
impavide terga sul trono reale. Carota
e bastone, sorrisi ed improperi, la ricetta per ingrassare sempre più
potere e ricchezze. Un
gran suino…non c’è che dire…aveva organizzato un triunvirato di
porci dal potere illimitato (vedi Cesare, Pompeo e Crasso), lasciando
sguazzare i seguaci nei resti bisunti dei loro banchetti luculliani. Loro
si, erano tutti felici e contenti…agli asini bastava un po’ di
biada…al panda, una bottiglia di vinurine (prodotto locale che lo
rendeva particolarmente avvezzo all’idiozia e all’intrallazzo,
dandogli una sensazione di potere torbido…). Amava
attorniarsi di idioti sui quali infierire…essenziale, era non doversi
spiegare con nessuno… una
briciola qua ed ecco raccogliersi l’interminabile schiera di affamati. Ovviamente
qualcosa andava pianificato e, per animali della stessa specie (tre), le
porzioni erano ben calibrate. Non dimentichiamo che furono i tre
porcellini ad individuare lo sconosciuto, loro simile…ebbene, dalle mani
di costoro (e del Mangia) passava tutto quanto potesse avere valore e, vi
assicuro (dev’esserci una specie di suino anfibio dalle mani palmate),
che era poco, davvero poco, quello che ne fuoriusciva… Alla
gallina dalle uova d’oro, era concesso di gestire un certo
“pacchetto” (diciamo per non contravvenire alla nuovissima e
rassicurante legge sulle pari opportunità…) e di dispensare qualche
bustarella di qua e di là (a titolo di rimborso spese, s’intende…);
al mandrillo, della specie rattus-pedophilus, si permetteva d’insinuarsi
là dove gli venisse lo “sfizio” (utilizzando prestanome, contributi e
gratuità) e riuscendo a degradare tutto ciò che toccasse (meno il
portafogli, suppongo); la
gazza ladra invece, detto manolesta, si dice avesse dei metodi tutti suoi
per ottenere ciò che gli titillava l’ugola (buon sangue…). Ovviamente,
a costoro, si “obbligavano” taluni e, così facendo, prendeva corpo il
quadro raffigurante “l’allegra combriccola” (in piedi, uno affianco
all’altro, sorridenti…) e “gli amici degli amici” (inginocchiati,
uno affianco all’altro, contenti…). Questo
accadeva ed accade sotto il regno del Mangia, luogo di regole reinventate
e di eccezioni reiterate. Sarà
che il nome (Eselet Emret) riconduce, con la sua fonetica araba, a quei
luoghi nei quali ci si ripara dopo aver ricevuto avvisi di garanzia e
mandati d’arresto…sarà che l’appropriazione indebita, la collusione
e la truffa, fanno parte delle nuove regole, o delle eccezioni, che vigono
nel “regolamento supremo” della valle di Eselet…sarà…mah!…sarà… Certo
è ciò che non sarà…e cioè quel tempo in cui qualcuno rideva…prima
che un personaggio, avido e fasullo, arrivasse con propositi di grandi
cambiamenti…
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